Il contributo – premesse alcune note storiografiche introduttive sugli «usi civici» e movendo da una recente vicenda giurisprudenziale – intende focalizzarsi sul delicato problema della stipulabilità delle compravendite o di altri negozi dispositivi, aventi ad oggetto beni conciliati, durante quel preciso intervallo temporale, che va dalla stipula della conciliazione in sede di processo commissariale sino all’approvazione, da parte della Regione, del negozio conciliatorio. A fronte di un contesto regolamentare indubbiamente frammentato, vengono esaminate anche le implicazioni di teoria generale connesse alla vicenda de qua (natura ed effetti del procedimento conciliativo e dell’atto con cui si conclude), nonché il complesso e conseguente problema delle formalità pubblicitarie.
The essay – given some introductory historiographical notes on «civic uses» and starting from recent case-law – aims at focusing on the delicate problem of the saleability of conciliated properties, during that precise time interval, which goes from the signing of conciliation at the end of the Commissioner's process to the approval, by the Region, of the conciliatory act. In an undoubtedly fragmented regulatory context, the general theory implications related to the matter in question will be also examined (nature and effects of the conciliatory procedure and the final act), as well as the complex and subsequent issue of real estate records.
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