Questo contributo affronta il tema dell’applicazione della regola della buona fede con riferimento al contratto d’appalto. L’autore si sofferma sia sugli innegabili benefici, soprattutto in termini di flessibilità, del ricorso a questa clausola generale, sia sui rischi di un suo utilizzo eccessivo e indiscriminato, che comporti la trasformazione della buona fede da criterio interpretativo a strumento integrativo o, addirittura, sostitutivo della volontà delle parti, a discapito della certezza del diritto.
This paper focuses on the application of the bona fides rule in construction contracts. The author highlights both the undeniable benefits, especially in terms of flexibility, of the recourse to this “general clause”, and on the risks of its excessive and indiscriminate use, leading to the transformation of bona fides from an interpretative criterion into an instrument used to supplement or even replace the parties’ will, at the expense of legal certainty.
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