Jus CivileISSN 2421-2563
G. Giappichelli Editore

M. Orlandi, Introduzione alla logica giuridica. Uno studio di diritto privato, Bologna, il Mulino, 2021, pp. 272 (di Valerio Pescatore)


1.– ‘Logica’ è parola impegnativa.

Se si pensa all’uso più colloquiale del termine, l’espressione «è logico» indica qualcosa di coerente, lineare, razionale. Ma – come ha di recente insegnato Natalino Irti [1] – gli anni della pandemia hanno mostrato come il susseguirsi impetuoso di provvedimenti normativi, «arbitrari nel contenuto, oscuri nel linguaggio, tremolanti nella durata», genera il fenomeno della anomia, che è in realtà la negazione della razionalità. Negli ultimi mesi l’eccesso di regole ha rischiato più volte di rovesciarsi in assenza di norme. Sicché già tornare a pensare il diritto come un sistema ‘logico’ e coerente ha un che di tranquillizzante.

Ma è evidente che, nel titolo del volume di Mauro Orlandi, il riferimento alla ‘logica’ è a una scienza che studi le condizioni per le quali un ragionamento risulta corretto; all’insieme di principî che stanno alla base di un sistema razionale; e a «tutti quei problemi riflessi e generali che sorgono nel campo dell’umano conoscere: quali sono gli oggetti del mio conoscere, con quali mezzi e entro quali limiti di validità li posso conoscere, e con quale criterio quindi distinguo la verità dall’errore, ecc.?» [2].

segue

2. – Il libro si colloca nella nobile tradizione delle ‘Introduzioni’: che rappresentano un genere a sé della letteratura scientifica e giuridica. Penso alla ‘Introduzione alle scienze giuridiche’ di Angelo Falzea[3], o alla ‘Introduzione allo studio del diritto privato’ dello stesso Irti[4]: testi che hanno segnato intere epoche dei nostri studî.

Nelle ‘Introduzioni’, l’autore racchiude, soltanto apparentemente a beneficio di chi vi si avvicini per la prima volta, concetti e nozioni essenziali di una materia. In uno sforzo estremo di sintesi e chiarezza, in modo da dare un quadro che, sebbene iniziale, aspira a una qualche completezza.

E innanzitutto la completezza, pur nella concisione, distingue le ‘Introduzioni’ da un altro genere, quello delle ‘Prime lezioni’: nelle quali l’autore disegna, quasi tratteggia con fare espressionista, il primo abbozzo di un talvolta soltanto ipotetico corso.

Di qui una prima domanda: a chi è rivolto il saggio di M.O.?

Come tutti i libri importanti e serî, esso si presta a più letture, a più livelli di lettura. Riprendendo una felice espressione di Antonio Punzi [5], anche di questa ‘Introduzione alla logica giuridica’ va detto che «si può percorrere a diverse “altezze”». Ma qui la sensazione è che l’A. voglia prendere per mano il lettore, esperto o inesperto che sia; guidandolo gradualmente ai temi e ai problemi, tanto che lo scritto pare sì pensato per gli studenti; ma poi la profondità del ragionamento induce il convincimento che di certo non può essere ad essi riservato in via esclusiva. Sicché si può forse dire che – come chiariscono certe zelanti presentazioni di film o serie televisive – è opportuno che lo spettatore più giovane vi assista ‘accompagnato’.

 

3. – L’’Introduzione alla logica giuridica’ muove da un patrimonio di conoscenze diffuso e comune, almeno in una certa cerchia di studiosi; per poi proporre riflessioni e soluzioni che, rispetto a quel patrimonio, non sono eccentriche né incoerenti, ma presentano innegabili tratti di novità, e finiscono per legarsi fortemente alla personalità dell’A. che le propone.

Per poco che si rifletta sulla struttura del volume, del resto, lo studio si presenta al lettore come un cammino di ricerca.

E i primi due capitoli sono intitolati e dedicati proprio «alla ricerca»: «della norma», cioè di quella indispensabile unità di misura del ragionamento [continua..]

Fascicolo 2 - 2022