La S.C. statuisce che l’eccezione di prescrizione vittoriosamente sollevata dall’assicuratore della r.c.a. giovi anche al responsabile del sinistro, condebitore solidale rimasto contumace. A questo risultato non si perviene in modo diretto, ossia postulando che l’eccezione di uno dei debitori in solido rilevi, quando non di carattere “personale”, anche a favore degli altri (tesi, questa, negata dall’opinione prevalente e preferibile). Si asserisce invece l’applicabilità della norma onde il terzo è legittimato a far valere la prescrizione del debito altrui quando a ciò abbia un interesse (art. 2939 c.c.). Nella specie l’interesse consisterebbe, si sostiene, nel fatto che ove non si determinasse la liberazione anche del condebitore, e questo fosse costretto a pagare, l’assicuratore rimarrebbe esposto, nei rapporti interni, al regresso del responsabile del sinistro. L’autore mette in luce il forte sapore di escamotage della pronuncia, la inconsistenza dell’argomento tratto dall’in realtà inesistente rischio del regresso (il principio di auto responsabilità preclude al condebitore che abbia pagato un debito prescritto di rivalersi sui consorti) e, in definitiva, l’oggettivo vulnus che essa inferisce al carattere dispositivo delle eccezioni in senso stretto e comunque alla loro inefficacia ultra partes nei giudizi attinenti ad obbligazioni solidali. Alcuni spunti finali sono dedicati ai problemi, poco esplorati, che derivano dalle ipotesi, molteplici e frequenti, di estinzione non simultanea dei singoli vincoli nelle obbligazioni solidali.
The Supreme Court declares that the limitation of action objection, successfully pleaded by one of the jointly liable parties, also benefits the absent defendant party. This result is not achieved directly, that is by postulating that the objection of one of the debtors is relevant, if not of a “personal” nature, also in favor of the others (which is denied by the prevailing and preferable opinion). Instead, the applicability of the rule is asserted in accordance with the principle that anyone is entitled to plea an objection of a third party provided that he has an interest in doing so (Article 2939 of the Civil Code). In this case, the interest would consist, it is argued, in the fact that if the release of the co-debtor was not determined, and he was forced to pay, the other debtor (the insurer, in this case) would remain exposed to the recourse of the coobligor. The author highlights the strong flavour of ploy of the pronunciation, the inconsistency of the argument taken from the actually non existent risk of recourse (the principle of self-responsibility precludes the codebtor who has paid an expired debt to act in recourse against the other liable party) and, ultimately, the objective vulnus that it infers to the nature of the objection in “strict sense”, that is to say their ultra partes ineffectiveness. Some final points are dedicated to the little explored problems deriving from the multiple and frequent hypotheses of non simultaneus extinction of the individual liens in joint and several liabilities.
Carlo d’Alessandro - Prescrizione ed obbligazioni solidali
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