Jus CivileISSN 2421-2563
G. Giappichelli Editore

Verso l´Euro digitale: la moneta legale nell´epoca della digitalizzazione (di Giuseppe Marino, Ricercatore a t. d. di Diritto privato – Università degli Studi di Palermo)


Il saggio si propone di valutare le potenziali ripercussioni dell'introduzione delle nuove central bank digital currencies e, in particolare, del progetto di euro digitale della BCE, sul concetto di moneta legale nell’ordinamento europeo e interno. Nell’epoca della diffusione criptovalute e della crisi del denaro contante, si avvia una riflessione sul rapporto tra dimensione pubblica e privata e di mercato in seno all'istituzione monetaria.

Parole chiave: Monetamoneta legaleobbligazioni pecuniarieEuroEuro digitalecentral bank digital currencies.

Towards the digital euro: legal currency in the age of digitalization

The essay aims to evaluate the potential repercussions of the introduction of the new central bank digital currencies and, in particular, of the digital euro ECB’s project, on the concept of legal money in the European and domestic legal system. In the era of crypto-currency and cash crisis, a reasoning is started on the relationship between public and private and market dimensions within the monetary institution.

SOMMARIO:

1. La sfida delle stablecoins e l’avvento delle central bank digital currencies - 2. Caratteri generali ed obiettivi del progetto di Euro digitale - 3. Segue. Possibili modelli di attuazione della valuta digitale europea. Il confronto con l’e-Yuan cinese - 4. L’Euro digitale e il concetto di moneta legale - 5. La cbdc europea nel processo di spiritualizzazione della moneta - NOTE


1. La sfida delle stablecoins e l’avvento delle central bank digital currencies

L’istituto monetario è oggi agitato da violente tensioni evolutive, le quali provengono sia “dal basso”, sotto la spinta dell’autonomia privata e del mercato, per l’avvento e la diffusione a ritmi esponenziali delle criptovalute e di una loro particolare species denominata stablecoins; sia “dall’alto”, per l’azione portata avanti dai banchieri centrali di tutto il mondo sul tema nuovo delle valute digitali sovrane. Da quest’ultima specola e, in particolare, dall’esame del progetto di emissione dell’“Euro digitale” della Banca centrale europea, si rifletterà sulla curvatura che questi venti di cambiamento imprimono sullo statuto dogmatico della moneta e sul concetto civilistico di moneta (avente corso) legale, lì dove si mescolano, in una delicatissima alchimia, pubblico e privato, autorità e fiducia, sovranità e autonomia. Il filo rosso che unisce queste tendenze innovative è rappresentato dal progresso tecnologico, capace di trasfigurare il volto del sistema monetario e del mercato dei servizi e strumenti di pagamento, europeo e globale, in ogni suo lineamento. Per mezzo delle nuove tecnologie digitali, il mercato ha fatto irruzione nel momento genetico di emissione della moneta, sconfinando nelle prerogative correlate alla sovranità monetaria pubblica tradizionalmente appannaggio delle banche centrali nazionali o sovranazionali. Il riferimento corre evidentemente al fenomeno delle criptovalute, rappresentazioni digitali di valore, emesse da soggetti privati che operano sul web (miners), custodite su sistemi informatici in appositi portafogli digitali (wallets) e trasferite o negoziate per mezzo di chiavi crittografate [1]. Dall’avvento di Bitcoin nel 2008, ancor’oggi la più nota e diffusa, il panorama delle criptovalute – sul quale, per i limiti di questo lavoro, non è possibile soffermare l’analisi – ha conosciuto significative novità. Ai fini della riflessione che si intende condurre, merita di essere segnalata la nascita e la successiva esplosione [2] delle menzionate stablecoins, crypto-asset tipicamente agganciato o collegata al prezzo di una valuta fiat, ovvero di un’attività o di un paniere di attività finanziarie (materie prime o altre valute), pensata – come suggerito dal nomen stesso – per mantenere un valore [continua ..]


2. Caratteri generali ed obiettivi del progetto di Euro digitale

Nell’ottobre del 2020, la Banca centrale europea ha pubblicato il “Report on digital Euro”, nel quale prende in considerazione, per la prima volta in via ufficiale, l’opportunità e le eventuali modalità di emissione di una nuova forma di moneta digitale pubblica circolante nell’Eurosistema [14]. A partire dall’ottobre del 2021, il progetto ha conosciuto una decisa accelerazione, con l’inaugurazione di una fase di investigazione e sperimentazione sul campo di durata biennale, all’esito della quale la Bce si riserva di compiere la scelta definitiva circa l’emissione o meno della nuova moneta digitale europea [15]. Se, ancora in tempi recenti, le cbdc venivano guardate con tangibile diffidenza dalle banche centrali, in particolare quella europea, che ne mettevano in luce più i rischi e le criticità che i benefici, una serie di fattori ha indotto un radicale mutamento di prospettiva, inclinando verso l’opportunità, se non la necessità, dell’adozione di un simile strumento [16]. I perché dell’introduzione del D€ sono frutto del contesto generale prima fugacemente raffigurato. Su un primo versante, vanno ricercati nel menzionato declino del denaro contante e, per l’effetto, nella perdita di centralità della moneta “pubblica” emessa dalla banca centrale a favore della moneta “privata” di natura scritturale e sugli strumenti di pagamento digitali e mobili che, pur facendo capo al sistema valutario sovrano, riposano sulla garanzia della convertibilità in moneta legale [17]. Su un secondo versante, il vero agone della contesa è rappresentato – come anticipato – dall’espansione delle stablecoins e dall’incombente ingresso delle grandi digital platforms nel mercato dei servizi lato sensu finanziari, che si pongono in aperta competizione con le monete sovrane e il ruolo dei banchieri centrali [18]. Sotto questo fuoco incrociato, la BCE ha avvertito il rischio di un attentato alla propria sovranità monetaria europea, con le correlate incertezze per la stabilità dei mercati. In un sistema economico e finanziario che tende verso la piena digitalizzazione, il delicato gioco tra emissione della moneta sovrana e moltiplicazione della moneta privata rischia di incrinarsi o rompersi: la fiducia che i consociati ripongono nella moneta [continua ..]


3. Segue. Possibili modelli di attuazione della valuta digitale europea. Il confronto con l’e-Yuan cinese

La postura che assumerà il D€ dipenderà dal concreto modello attuativo prescelto dalla Bce tra le diverse opzioni in campo, in funzione degli obiettivi perseguiti e dei possibili elementi di criticità. Considerazioni su questi aspetti, peraltro sovente caratterizzati da un alto tasso di tecnicismo, risulterebbero allo stato premature. In questa fase, è dunque opportuno limitarsi a delineare, alla luce dei report ufficiali della Bce e dei primi studi scientifici apparsi sul tema, la griglia entro la quale il banchiere centrale sarà chiamato a muoversi [25]. Sul piano delle scelte organizzative in ordine all’emissione e alla distribuzione e circolazione del D€, ad un polo si collocherebbe un approccio cd. account-based, quale modello di design del tutto centralizzato, al quale dare attuazione secondo due modalità alternative: in una prima, ogni soggetto sarebbe titolare di un conto presso la banca centrale, alla quale competerebbero tanto l’emissione della valuta digitale, quanto la sua distribuzione e, di conseguenza, la gestione del sistema dei pagamenti in D€; in una seconda modalità, di tipo intermediato, l’Eurosistema potrebbe continuare a interagire direttamente solo con gli intermediari vigilati (banche e altri istituti di pagamento), che darebbero corso alle operazioni di trasferimento di moneta digitale per conto dei loro clienti [26]. Al polo opposto si avrebbe un sistema decentralizzato cd. token-based, anche esso attuabile secondo due diverse varianti: nella prima, il cd. bearer instrument dell’Euro digitale sarebbe un wallet dell’utente su una piattaforma distribuited ledger; in questa ipotesi, l’utente potrebbe trasferire il D€ senza dover coinvolgere un intermediario nell’operazione di pagamento, secondo un modello peer to peer. Nella seconda variante, il titolo consisterebbe in un hardware (ad esempio una carta di pagamento anonima acquistabile negli esercizi commerciali o sul web), aprendo così all’utilizzo anche offline della moneta digitale. In zona mediana, si dislocano opzioni che integrano i suddetti meccanismi, cercando di non tagliar fuori il sistema bancario dai meccanismi di distribuzione della valuta e gestione dei pagamenti e di garantire la diffusione della moneta digitale. In ogni caso, il controllo dell’emissione della massa monetaria resta sempre nelle mani del banchiere centrale. Il [continua ..]


4. L’Euro digitale e il concetto di moneta legale

Sul piano formale, la Bce preannuncia nei suoi report ufficiali che il D€ avrà corso legale. [35] Qui il tema della cbdc europea si riannoda allo statuto dogmatico del debito di somma di danaro, nella configurazione normativa consegnata, com’è noto, agli art. 1277 e seguenti c.c. e alla legislazione settoriale di estrazione europea in materia di servizi di pagamento. Dalla prospettiva civilistica, l’interprete è stimolato a scrutinare l’impatto che questa nuova epifania del denaro possa sortire sul concetto di moneta (avente corso) legale e sulla categoria dei mezzi di pagamento pecuniario. Com’è noto, l’impianto dogmatico della moneta e delle obbligazioni pecuniarie ha tracciato, nella disciplina civilistica, una significativa traiettoria evolutiva, tanto sul piano del diritto positivo, che dell’elabo­razione dottrinale e giurisprudenziale [36]. Nei limiti di queste note, può ricordarsi che l’oggetto dell’obbli­gazione pecuniaria ha conosciuto un (faticoso) processo di “astrazione”: si è trascorsi dalla riconduzione tradizionale al debito di dare cose determinate solo nel genere e fra loro fungibili (Sachschuld), riposante su una visione “materialistica” della moneta legale coincidente con i “pezzi monetari” emessi dallo Stato nella forma delle banconote e delle monete divisionarie [37]; al concetto della disponibilità giuridica del valore monetario dovuto [38], ideal unit espressa in termini aritmetici (Betragschuld) nella valuta avente corso legale [39]. Di pari passo con la tendenza alla dematerializzazione, ieri, e alla digitalizzazione, oggi, delle forme di manifestazione e dei canali di circolazione della ricchezza monetaria, ne è sortito, di riflesso, un mutamento anche della concezione dell’esatto adempimento dell’obbligazione pecuniaria. Il pagamento pecuniario si è progressivamente affrancato da una impostazione “reale”, identificata univocamente nella traditio pecuniae, per la quale tradizionalmente si riconosceva potere liberatorio esclusivamente alla moneta metallica divisionaria e alle banconote stampate dalla Banca centrale, da consegnare nelle mani del creditore al suo domicilio in base alla previsione dell’art. 1182, comma 3, c.c. [40]. Di conseguenza, si è abbracciato il principio secondo cui l’adempimento [continua ..]


5. La cbdc europea nel processo di spiritualizzazione della moneta

Riannodando il filo della riflessione all’oggetto indagato, il D€, e in generale le cbdc, pur rappresentando una novità epocale e potenzialmente dirompente, segnano una linea di continuità lungo la descritta parabola evolutiva della moneta, che punta sempre nella direzione della dematerializzazione e dell’astrazione. In altri termini, si scrive una pagina nuova della storia dell’istituzione monetaria, figlia del progresso tecnologico, ma il leit-motiv sembra rimanere il medesimo. Non può, tuttavia, sottacersi il rilevante tratto di novità e discontinuità che alimenta questa fase: la luce crepuscolare che avvolge la carta moneta quale tipica forma novecentesca di manifestazione della moneta legale; e, agli antipodi, l’alba delle stablecoins e delle criptovalute in genere, le quali lanciano un guanto di sfida alla sovranità monetaria pubblica, mettendo in crisi il paradigma, sinora tetragono, della statalità della moneta [50] (peraltro già mutato nella versione eurounitaria di Maastricht). Con queste ultime, il mercato ha dimostrato di saper penetrare sino all’atto creativo dell’emissione monetaria, incrinando il tradizionale monopolio delle banche centrali, sfruttando meccanismi in un certo senso parassitario rispetto alle valute sovrane (come dimostrato dall’aggancio delle stablecoins alle valute fiat). Ciò esorta a un ragionamento – che non può essere sviluppato in questa sede – sull’esistenza e sulla misura di un fenomeno monetario privato che stia oltre la moneta legale, a questa ora complementare ora antagonista, e sui presupposti e limiti della sua ammissibilità nel sistema privatistico, la quale potrebbe trovare fondamento in un’interpretazione evolutiva degli artt. 1278 e ss. c.c. E, dunque, sui cangianti confini tra pubblico e privato nell’istituto monetario. Ai nostri fini, si coglie allora il senso strategico dell’operazione della Bce, non più procrastinabile vista l’impetuosità dell’evoluzione del mercato, pur esigendo la dovuta cautela specie per le possibili esternalità negative scaturenti sul comparto bancario: raccogliere la sfida lanciata dalle criptovalute, mettendo in circolazione il contante del XXI secolo, così da mantenere e rinsaldare il suo ruolo di direttore d’orchestra del sistema monetario, chiamato a dettare il tempo di [continua ..]


NOTE